Antonello Giurgola nasce a Lecce nel 1949. Frequenta lo studio di Lucrezio, pittore della corrente di Ciardo e Palumbo. Conduce normali studi di perito tecnico ma non abbandona la sua inclinazione per la letteratura e la pittura.
Nel 1983 lascia la Fiat e si trasferisce a Budapest dove esporrà in varie gallerie d’arte tra cui la Ditz e la Kosztolany.
Consegue il premio di pittura "Città di Lecce" commentando su tela F. G. Lorca.
Risalgono ai primi anni '90 le sue collaborazioni col giornale “Il Quotidiano“ dove pubblica, sul paginone culturale, corrispondenze da Budapest e Mosca, negli anni della caduta dei muri. I suoi articoli verranno ripresi dalla stampa nazionale.
Nel 2010 esordisce nel campo della narrativa con “L'Angelo di Lisbona” (I libri di Icaro) e nel 2011 pubblica il giallo “Budapest” (I libri di Icaro).
Una narrazione tragica. Desolata, assediata da parole sbigottite, paradossalmente mute, eppure limpide, sempre consapevoli, mai vane…
Un mormorare tenuto in un lungo racconto. Come una confessione.
Se non ci fosse la fuga la nostalgia non avrebbe valore e il movimento di cambiamento non troverebbe mèta. Un lungo flusso rievocativo attraversa le pagine di questo Negroamaro, impasta l’andatura e il lettore è preso, altro non può, solo continuare a leggere, rigo dopo rigo… tentando anche per lui un “cambiamento”. Un’adesione d’immaginario quella che il viaggio crea in chi, nella fuga, trova ristoro all’inquieto che lo abita.
Un romanzo introspettivo, un racconto commovente, una piccola fetta della coscienza di un uomo che “per definizione è polverosa”.
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