Beppe Longo vive a Squinzano (Le), nel 1970 si è laureato in Lettere all’Università di Lecce: dal 2002 è in pensione dopo essere stato 35 anni docente di Materie letterarie e di Italiano e Storia. È pubblicista, iscritto all’Albo dei giornalisti di Puglia dal 1975. È stato per oltre trent’anni corrispondente e collaboratore del “La Gazzetta del Mezzogiorno” di Bari; dal 1980 al 1987 e stato collaboratore di redazione da Lecce per “Il Tempo” di Roma. Attualmente è corrispondente e collaboratore de “Il Nuovo Quotidiano di Puglia”.
La biografia di Giuseppe Palaia può essere una lettura consigliata ai giovani: è un libro che, anche nell’era di internet, può aprire una finestra su altri modi di essere uomo e genitore, medico e paziente, sempre protagonista consapevole e, magari, coinvolto negli eccessi non sempre piacevoli che la vita riserva a tutti. Il libro si snoda come un diario, che racconta pagine di vita straordinaria nella sua normalità; pagine che parlano al cuore e raccontano un’autoanalisi morale e sociale priva di reticenze. Si intravede una specie di declino del calcio ruspante e spettacolare, che con ironica amarezza Palaia preferisce non approfondire: anche perché quello del pallone è un mondo che vive di scaramanzie e in un sistema che non lascia traspirare tutta la sua essenza.
Nelle vicende di Palaia c’è Squinzano e c’è Lecce: la sua piccola Italia sempre in movimento che cerca di sconfinare dai limiti imposti dalla Storia e dalla Geografia, e dalla Politica. La sua vita è un eterno divenire, come il giorno e la notte: da una parte i genitori e la famiglia; dall’altra lo studio, l’ospedale, lo spogliatoio e il campo. Tutta la sua professione è dedicata agli amici e alla famiglia: per loro vale la pena di continuare a lottare, ostinatamente, per rendere il mondo meno ostile.
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